In vista della serata pubblica di giovedì 3 ottobre "Un Quiz al quadrato", nel quale conduttrici/conduttori e produttrici/produttori diventeranno i veri e propri protagonisti di un Quiz, abbiamo incontrato Maristella Polli, uno dei volti RSI più amati della Svizzera italiana. Con lei abbiamo parlato dell'evoluzione dell’intrattenimento alla RSI ed in particolare nei giochi rivolti al pubblico. Buona lettura!
Cara Maristella, icona indiscussa della RSI, ci racconti di com’è nata la tua carriera e la passione per il piccolo schermo?
Negli anni 60 la televisione era un nuovo mezzo di comunicazione estremamente attrattivo e innovativo. Affascinata da questo mondo e studentessa in cerca di un lavoro per pagarmi gli studi universitari, ebbi la fortuna e la possibilità di ottenere un appuntamento con l’allora Direttore della TSI, Franco Marazzi, con Sergio Genni responsabile culturale e con Marco Blaser Direttore dei programmi. Mi incontrarono e decisero che valesse la pena offrirmi una chance come collaboratrice della Signora Mimma Pagnamenta, responsabile dei programmi per l’infanzia e la famiglia, visto il mio curricolo formativo. Mi ritennero anche adatta a essere sottoposta ad un provino per la conduzione di programmi. E da quel momento (dicembre 1965) entrai a far parte della grande famiglia RSI e sono rimasta fino al 2007-2009.
Negli anni Ottanta hai condotto insieme a Bigio Biagi e Cito Steiger, uno dei giochi più emblematici della storia dei quiz e della Radiotelevisione, il famoso Buzz Fizz Quizz. Che ricordi hai di questo programma? C’è una puntata che ti è particolarmente rimasta impressa nella mente?
Ancora oggi incontro mamme con bimbi in carrozzina, giovani laureati, impiegati d’ufficio, maestri, che mi avvicinano e mi chiedono se mi ricordo di loro. Sinceramente è un po’ difficile riconoscere, in questi adulti, i ragazzini che allora giocarono con noi a Buzz Fizz Quiz. Devo rammentare a tutti che allora i canali televisivi erano pochissimi e che i programmi per bambini e per giovani erano molto pochi e non legati al nostro territorio. Inoltre, la TSI era visibile anche Oltre Gottardo e in Italia ed avevamo il privilegio di essere molti seguiti. Un programma, quello inventato da Bigio e dalla sottoscritta, che ha avuto un enorme successo e penso che buona parte della gioventù di allora abbia partecipato in qualità di concorrente. Tutte le puntate erano divertenti e coinvolgenti ma in particolare c’era un gioco che tutti amavano: il gioco del play-back. Norman Gobbi, Christian Romelli, furono, ad esempio, degli ottimi esecutori di questo gioco!
Servizio pubblico radiotelevisivo e intrattenimento: quanto (e perché), dal tuo punto di vista, i giochi/quiz sono importanti nel mandato di servizio pubblico dei media?
È importante coinvolgere il pubblico di telespettatori nella realtà odierna dove, soprattutto l’offerta, si è modificata di molto: tanti canali televisivi, social frequentatissimi, soprattutto dai giovani, e scelte sempre più diversificate. Oltre a ciò, l’indice d’ascolto, creato per avere un riscontro valutativo del pubblico, ha anche, a mio parere, condizionato molto, la programmazione del palinsesto. Il servizio pubblico deve aderire agli obbiettivi prefissati ma deve anche fidelizzare i telespettatori che vivono e abitano il nostro territorio ( Radiotelevisione della Svizzera Italiana). I giochi, i quiz sono importanti proprio per mantenere questo contatto ma bisogna essere estremamente attenti nella scelta e nella creazione di programmi in quanto, lo sappiamo, abbiamo un ventaglio di possibili concorrenti molto limitato, visto il nostro territorio, e la continua visione degli stessi giocatori non facilita la fedeltà alla proposta! Per quanto riguarda l’intrattenimento in generale bisogno riflettere su nuovi prodotti che possano interessare tutti. Da Amici Miei a Siamo fuori la RSI è riuscita a fidelizzare un buon pubblico che non deve assolutamente essere dimenticato o perso!
Come valuti i quiz e giochi proposti attualmente alla RSI e l’evoluzione dell’intrattenimento negli anni?
La RSI si è rinnovata nel tempo ma non tutte le proposte sono state brillanti ed interessanti. Si evitino i format acquistati ma si trovino anche soluzioni innovative. Siamo, a mio parere, un po’ tradizionali e con una partecipazione ed un gradimento limitato. Rivolgiamo lo sguardo anche fuori dai nostri confini per trovare brillanti ispirazioni, formiamo al meglio i conduttori, facciamo esperimenti creativi e cerchiamo di riportare interesse nei giovani se vogliamo continuare ad avere una nostra identità magari affidandoci a loro per nuove idee.
Che rapporto hai oggi con la televisione?
Sono e sarò sempre una telespettatrice assidua e interessata. Spazio su tantissimi canali nazionali e internazionali per restare aggiornata e scoprire nuove proposte ma la RSI è la MIA televisione e quindi sono sempre critica, entusiasta o arrabbiata a dipendenza di cosa decido di seguire. Il coraggio, la professionalità, l'empatia e soprattutto il cuore in cio' che offriamo al nostro pubblico sono ingredienti indispensabili per avere la loro fiducia e la loro fedeltà.
Per finire… quale è il programma che ti ha appassionato maggiormente produrre/condurre nei tuoi anni in RSI?
Sono tanti, forse sono troppi, sono mie creature e la passione che ho avuto nel produrli e presentarli mi mette in difficoltà nel dover scegliere. Non posso elencare i titoli di tutti i miei programmi, sarebbe una lista troppo lunga, ma vorrei chiudere con un titolo che rispecchia i miei sentimenti nei confronti del pubblico che mi ha dato tantissimo e a cui sono ancora molto legata: AMICI MIEI!
Veronica Delsindaco, Segretariato SSR.CORSI