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  4. L’Eurovision Song Contest: un’occasione unica per rafforzare l’immagine della Svizzera e del suo servizio pubblico radiotelevisivo

L’Eurovision Song Contest: un’occasione unica per rafforzare l’immagine della Svizzera e del suo servizio pubblico radiotelevisivo

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27 Maggio 2025

La prima volta che l’Eurovision Song Contest si tenne in Svizzera, la kermesse non aveva di certo l’importanza che ha oggi ma mirava ad ottenerla: era il 1954 e a Lugano si svolse la prima edizione di quello che sarebbe diventato il più grande appuntamento internazionale non sportivo trasmesso in eurovisione. La manifestazione tornò in Svizzera per la seconda volta solo nel 1989 a Losanna, per merito dell’allora giovane promessa Céline Dion, che aveva ottenuto la vittoria nell’edizione disputatasi a Dublino: l’Eurovision era un evento molto diverso da quello del 1954 e stava già assumendo i tratti di un evento mediatico di livello internazionale.

Ora, a distanza di più di 35 anni, l’occasione si è ripresentata e la kermesse è ormai diventata l’evento musicale più seguito al mondo. Rispetto alle due precedenti edizioni svizzere dobbiamo però constatare non solo la sua evoluzione ma anche il cambiamento del contesto nel quale si trova oggi l’organizzatore dell’Eurovision Song Contest, ovvero la SRG SSR. La pressione a livello politico che mira al ridimensionamento del servizio pubblico radiotelevisivo attraverso un (quasi) dimezzamento del canone, la necessità aziendale di rispondere alla transizione digitale in atto e le esigenze di risparmio sono tutti nuovi elementi a cui l’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo è chiamata a rispondere. 

Nell’analizzare i numeri e i temi di questo Eurovision Song Contest 2025 è dunque importante capire che l’organizzazione di un evento così seguito non rappresentava per la SRG SSR solo una sfida economica, tecnica e logistica, ma anche come un’occasione unica per rafforzare la propria immagine in un momento sicuramente decisivo per il suo futuro.

 

Un Eurovision a immagine e somiglianza della SRG SSR

L’Eurovision Song Contest di Basilea ha provato dunque ad essere un’immagine riflessa dei valori del suo organizzatore. Molti sono gli elementi che lo testimoniano, ma in questo articolo ne illustreremo in particolare due: il plurilinguismo e la coesione nazionale. 

Il plurilinguismo è sicuramente uno degli elementi che più di altri contraddistingue la Svizzera e il suo servizio pubblico: l’evento infatti è stato trasmesso su SRF, RTS, e  RSI, rispettivamente in tedesco, francese e italiano, mentre le tre conduttrici della finale – Michelle Hunziker, Hazel Brugger e Sandra Studer – hanno fatto del loro meglio per provare a mostrare questo lato caratteristico della Svizzera, alternandolo all’ormai “lingua franca” dell’Eurovision, l’inglese. Non sono ovviamente mancati speciali quotidiani trasmessi anche in lingua romancia.

Un altro elemento centrale è quello della coesione nazionale, ovvero la capacità di unire sotto un’unica nazione lingue e culture diverse. Questo pilastro, su cui è costruito il servizio pubblico radiotelevisivo e mediale svizzero, non si distanzia molto da quella che animò la nascita dell’Eurovision, che fu creato con l’idea di proporre un evento musicale che unisse nazioni, lingue e culture diverse attraverso la canzone. “United by Music”, motto ormai permanente scelto  dall’EBU (European Broadcasting Union) per tutte le edizioni della kermesse, si rivela infatti tanto azzeccato per illustrare i valori dell’Eurovision quanto per mostrare la funzione di collante del servizio pubblico radiotelevisivo tra le varie realtà della Svizzera. Il potere unificatore della musica non è però solo uno slogan, ma ha trovato in questo contesto anche una conferma dal punto di vista numerico: in questa edizione, infatti, si sono esibiti ben 37 paesi e più di 20 sono state le lingue coinvolte nelle differenti canzoni.  

Una kermesse all’insegna del radicamento regionale e dell’inclusività

Oltre al plurilinguismo e alla coesione nazionale, il servizio pubblico radiotelevisivo ha da diversi anni lavorato per garantire un’offerta inclusiva e accessibile a tutti e radicata sul territorio. Questi due aspetti non sono infatti mancati in questa ultima edizione. Era infatti importante mostrare tutti i lati della Svizzera e soprattutto quanto il servizio pubblico radiotelevisivo sia radicato nelle regioni e nelle comunità. Per questa ragione, la SRG SSR ha deciso di produrre 40 “cartoline” da tutta la Svizzera, ovvero brevi video, girati in diverse località del Paese, che venivano trasmessi prima dell’esibizione di ogni singola nazione. Oltre a risolvere un aspetto pratico – concedere ai tecnici il tempo necessario per cambiare le scenografie tra un’esecuzione e l’altra – queste cartoline hanno mostrato la ricchezza e la varietà del nostro territorio al pubblico internazionale dell’Eurovision. 

Va sottolineato inoltre l’importante impegno del servizio pubblico radiotelevisivo e mediale, nel rendere l’evento totalmente accessibile, attraverso sottotitoli, audiodescrizioni e traduzioni in lingua dei segni; un’operazione non indifferente se si pensa che per l’occasione 37 canzoni, cantate in più di venti lingue diverse, sono state tradotte in lingua dei segni. 

I numeri di questo Eurovision

Come si può evincere lo sforzo per rendere questo Eurovision memorabile e per rafforzare l’immagine della SRG SSR dentro e fuori le mura domestiche è stato grande. I dati di ascolto e di partecipazione sembrano aver dato ragione all’azienda. Si stima, infatti, che l’evento sia stato seguito da poco meno di 170 milioni di persone da ogni angolo del mondo; il successo non si è registrato solo attraverso i numeri televisivi, ma anche con quelli effettivi rilevati nella città di Basilea, dove sono giunte oltre 500.000 persone per assistere ai diversi eventi dell’Eurovision Song Contest. Da questi dati si evince come il servizio pubblico abbia saputo sfruttare appieno questa preziosa vetrina offerta dall’Eurovision Song Contest per mostrare le sue capacità tecniche e organizzative, ma soprattutto per sottolineare quanto la sua sopravvivenza sia a oggi ancora indispensabile. 

Marco Ambrosino, Responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI

 

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