Immagine ©SRG_Severin Nowacki
In avanti, affinché la SSR rimanga ciò che deve essere: un'azienda mediatica al servizio di tutta la Svizzera.
Quando poco più di un anno fa ho assunto l'incarico di direttrice generale, era chiaro che i prossimi anni sarebbero stati decisivi. La SSR deve infatti risparmiare una parte significativa del proprio budget e, al contempo, affrontare una campagna referendaria. E in un momento in cui si deve trasformare, perché il modo in cui le persone usano i media sta cambiando radicalmente.
Oggi, la SSR è un'azienda al servizio di tutte le persone in Svizzera. Il nostro modello è unico: produciamo programmi nelle quattro lingue nazionali e siamo presenti in tutte le regioni. Questo è il nostro mandato e l'espressione di un'idea politica e culturale di fondo: un Paese caratterizzato dal federalismo ha bisogno di una presenza dei media in tutte le regioni linguistiche e di un costante scambio tra di esse.
La RSI, quindi, non realizza solo programmi dalla Svizzera italiana per la Svizzera italiana. Rende visibile e udibile la Svizzera di lingua italiana in tutto il Paese. Una prestazione che i media privati della regione non possono fornire nella stessa misura.
Al tempo stesso, il suo radicamento locale è forte e tangibile. L'offerta di RSI è apprezzata e raggiunge un folto pubblico. La RSI promuove inoltre la lingua italiana, la musica e la produzione di documentari e fiction. Un esempio significativo è il Locarno Film Festival, uno dei fiori all'occhiello della cultura svizzera, che ha potuto crescere e affermarsi anche grazie al sostegno e al contributo della RSI. Questi progetti garantiscono visibilità alla cultura e alla lingua regionale in tutta la Confederazione e rafforzano la vitalità dell'ambiente creativo della Svizzera italiana.
Inoltre, la RSI contribuisce ogni anno con 205 milioni di franchi all’economia della Svizzera italiana. Ogni franco investito genera altri 53 centesimi di valore aggiunto in altre aziende. La RSI rappresenta quindi un pilastro economico per la regione.
Questo radicamento regionale è ciò che distingue la SSR. E deve rimanere tale anche con il mandato di risparmio imposto dal Consiglio federale. Il Consiglio federale ha infatti deciso di ridurre il canone a 300 franchi all'anno. Ciò significa per la SSR che entro il 2029 dovrà risparmiare circa 270 milioni di franchi, pari al 17% del suo budget attuale.
Con il processo di trasformazione «Enavant» stiamo attuando questo mandato di risparmio. Ma non solo: l'obiettivo è rendere la SSR più efficiente, più digitale e pronta per il futuro, continuando a offrire a tutte le persone in Svizzera un programma di qualità. Risparmieremo dove oggi esistono ancora doppioni e collaboreremo su tutto ciò che può essere gestito in comune. In primo luogo, abbiamo deciso di raggruppare e gestire in modo unitario settori di supporto come le risorse umane, le finanze e la tecnologia, così come l'intera produzione e la fiction, organizzandoli in team specialistici regionali, che lavorano localmente, anche nelle singole regioni. In futuro collaboreremo in modo più stretto e sistematico tra le regioni. Oggi condividiamo solo il 3-5 percento dei contenuti. Possiamo e dobbiamo fare di più.
È però chiaro che non sarà possibile risparmiare il 17 % del budget senza effettuare anche tagli al programma. Tuttavia, sono convinta che, grazie all'evoluzione e a una collaborazione più stretta, continueremo a proporre alle persone di tutte le regioni un'offerta ricca, sorprendente e di qualità. Stiamo creando un'azienda mediatica sostenibile per tutta la Svizzera.
In tutti i nostri sforzi di risparmio, il radicamento regionale rimane und valore imprescindibile: a Comano, ma anche a Zurigo, Coira e Ginevra. È questo radicamento che definisce la SSR. Tuttavia, esso è messo a repentaglio dall'iniziativa «200 franchi bastano!», che verrà votata l'anno prossimo. Per la SSR, la riduzione del canone a 200 franchi significherebbe perdere circa la metà del proprio budget. Non si tratterebbe più solo di risparmiare o di rinunciare ad alcuni formati: con un budget dimezzato, la SSR sarebbe costretta a ridurre in modo massiccio la propria presenza nelle regioni. Verrebbe messo in pericolo l'equilibrio tra le regioni, che oggi garantisce un’offerta equivalente in tutte le lingue nazionali. Questa iniziativa non solo indebolisce il servizio pubblico dei media ma mette a rischio l’intero ecosistema mediatico svizzero. E questo in un periodo in cui stabilità e affidabilità sono fondamentali per il successo e la sicurezza del nostro Paese.
In quanto azienda di servizio pubblico, la SSR non può condurre una campagna. Tuttavia, deve essere chiaro che l'accettazione dell'iniziativa metterebbe fine alla SSR così come la conosciamo oggi: una SSR radicata nelle regioni. Per questo, fa affidamento a tutte e tutti coloro che credono nell'importanza di un'azienda mediatica finanziata in modo solidale, affinché si impegnino a far comprendere le conseguenze di un «sì» a questa iniziativa. È proprio in momenti come questo che è fondamentale il sostegno di chi riconosce il valore della SSR per la Svizzera, per la coesione, per la diversità e per una democrazia in cui le persone possono contare su un'informazione affidabile.
Un sentito grazie anche a tutte e tutti coloro che contribuiscono al lavoro della SSR Svizzera italiana CORSI. La Svizzera ha bisogno di un'azienda mediatica che rispecchi tutta la sua pluralità linguistica e culturale. Per questo continuerò a impegnarmi con tutte le mie forze.