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Intervista a Maria Grazia Rabiolo, già responsabile Attualità culturale RSI

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23 Settembre 2019
RSI
TECHE
INTERVISTA

Approfittando della rassegna “Festival della Castagna in Val Bregaglia” la CORSI incontra il pubblico il 19 ottobre con una proiezione di filmati d’archivio conservati nelle teche della RSI. La discussione prenderà spunto dalla visione di  documenti audiovisivi “storici” conservati nelle Teche della RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, patrimonio di memoria importante e preziosa testimonianza della cultura della Svizzera italiana.

Moderatrice dell’incontro sarà Maria Grazia Rabiolo, già responsabile Attualità culturale RSI, in dialogo con Chasper Pult,  Patrizia Guggenheim e con il pubblico presente. L’abbiamo intervistata per avere alcune anticipazioni…

Quali aspetti interessanti presentano questi estratti dalle Teche RSI?

Questi filmati sono semplicemente straordinari. Ci presentano personaggi di fondamentale importanza, come Giacometti, Varlin e Segantini. A parte quest’ultimo, sul quale abbiamo, inevitabilmente, solo un servizio costruito con immagini fisse, per gli altri due artisti esistono testimonianze dirette. Di Giacometti poi un documento unico, una sorta di confessione, in cui rivela moltissimo di sé e del suo fare arte. Anche di Varlin abbiamo spezzoni magnifici: le sue doti di artista e di uomo dotato di senso dell’umorismo sono evidentissime.

Quali gli spunti di riflessione?

Gli spunti di riflessione sono diversi, ma ne prevale uno: questi spezzoni di documentari e interviste ci fanno capire quanto sia importante incontrare gli artisti là dove vivono e operano. Il discorso naturalmente può valere anche per altre figure di intellettuali, come gli scrittori, per esempio. La spontaneità dei gesti e delle parole ha un valore inestimabile, che resiste nel tempo ed è testimonianza diretta e viva.

A suo parere quale è il plusvalore rappresenta la Bregaglia per la Svizzera italiana e la Svizzera più in generale?

Il plusvalore della Bregaglia? Potrebbero bastare questi tre grandi dell’Arte per indicarci in che cosa consiste. Ma aggiungerei altre caratteristiche. Intanto il fatto che sia di religione protestante, il che è dovuto ad una storia così particolare. Poi che abbia delle montagne meravigliose e che la sua popolazione, da sempre, dimostri un profondo attaccamento per i suoi luoghi, nella consapevolezza che non si tratta di una regione “facile”, vuoi per la sua natura (vedi il disastro di Bondo nel 2017), vuoi per la sua collocazione geografica rispetto al resto della Svizzera italiana e della Svizzera tutta, che comporta anche, inevitabilmente, il doversi confrontare con più lingue, senza mai però dimenticare l’italiano.

Quanto contribuisce il servizio pubblico radiotelevisivo alla valorizzazione della lingua italiana in Svizzera? La CORSI ha tra i suoi compiti quello di raccogliere le attese dell’utenza verso il servizio pubblico radiotelevisivo. Quali sarebbero secondo Lei le iniziative più appropriate per dialogare su questo ambito presso la società civile?

Il servizio pubblico radiotelevisivo, e nello specifico la RSI, è in Svizzera il principale veicolo per la diffusione e la valorizzazione della lingua italiana. Per due semplici motivi: è capillare ed è immediato. Oggi più che mai, grazie alla tecnologia avanzata di cui disponiamo. Andrebbe, secondo me, pubblicizzato con maggior vigore ed efficacia oltre San Gottardo. Ecco un campo d’azione nel quale potrebbe sicuramente impegnarsi con successo anche la CORSI.

Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI 

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