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  4. Il contributo del servizio pubblico radiotelevisivo nella formazione di giovani registi

Il contributo del servizio pubblico radiotelevisivo nella formazione di giovani registi

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24 Settembre 2025
Intervista ad Anna Spacio
INTERVISTA

Il cinema da sempre lavora a stretto contatto con il servizio pubblico radiotelevisivo. La SRG SSR sostiene infatti numerose produzioni e rassegne cinematografiche sparse per tutto il Paese.  In previsione dell’evento organizzato dalla SSR.CORSI in programma a Locarno il prossimo 14 ottobre dal titolo Lo sviluppo dell’industria cinematografica Svizzera e il rapporto con il servizio pubblico radiotelevisivo e mediale  e per approfondire il tema, abbiamo intervistato Anna Spacio, giovane regista cinematografica e televisiva, che da alcuni lavora alla RSI per riflettere su quanto il servizio pubblico radiotelevisivo possa essere d’aiuto non solo per le produzioni cinematografiche svizzere ma anche nel formare giovani nell’ambito audiovisivo.  

Cara Anna, qual è stato il percorso formativo e professionale che ti ha portato a diventare regista? 

Sin da piccola, ho sempre avuto una grande fantasia e un costante bisogno di creare storie. Crescendo, ho capito che l’audiovisivo, in particolare la settima arte, era il mondo ideale per svilupparle e raccontarle. 

Dopo gli studi liceali (e un soggiorno linguistico per migliorare il mio inglese) ho frequentato il CISA di Pio Bordoni, specializzandomi in regia e diplomandomi nel 2018. 

Ad oggi ho realizzato qualche videoclip e cortometraggio, un documentario e un lungometraggio. Mi rendo conto che la lista è corta, ma ho capito che alcune storie necessitano di una certa maturità. E quindi ci vuole tempo. 

Come è cambiato il cinema secondo te con l’avvento delle nuove possibilità di distribuzione e di consumo grazie alle nuove piattaforme di streaming? 

Penso che queste nuove piattaforme, di cui anche io ne faccio un utilizzo piuttosto massiccio, siano un’arma a doppio taglio: da un lato hanno aumentato in modo esponenziale la quantità di produzioni perché queste piattaforme hanno bisogno di essere continuamente alimentate. Dall’altro trovo che si sia persa la qualità e quella ricerca che, per fortuna, si trova ancora nel cinema indipendente e in tutta quella fetta di cinema che rifiuta questo genere di fruizione “di massa”. 

Anche se ancora molto giovane, hai avuto la possibilità di partecipare a numerosi festival di cinema nazionali e internazionali. Hai notato un’evoluzione nella maniera con cui il pubblico si approccia a queste manifestazioni? 

Ho avuto la fortuna di partecipare a festival importanti sia come regista in concorso, sia come videomaker per RSI per documentare l’evento con interviste e servizi. 

Come regista, l’emozione e la gratitudine son sempre alle stelle: l’idea che un proprio progetto raggiunga un pubblico, grande o piccolo che sia, è una soddisfazione indescrivibile.  

Come videomaker, quest’anno ho potuto vivere per la prima volta il festival di Cannes e mi son resa conto della differenza con tutti gli altri festival visti finora. Cannes è qualcosa che ti resta dentro, dalla frenesia all’incontro fortuito con star internazionali, ti rendi conto che stai vivendo qualcosa di grande. È stato meraviglioso.  

Dal 2019 hai cominciato a lavorare in RSI come script e in seguito come realizzatrice e regista. Che impatto ha avuto questa esperienza sul tuo percorso creativo? 

 Entrare nel mondo della televisione è stata una scommessa: durante gli studi avevamo partecipato ad un corso di “avvicinamento” alla tv e poco più, oggi il CISA offre molte più occasioni per affacciarsi a questo mondo che è molto diverso dal cinema e allo stesso tempo molto simile. Quando ho iniziato, nel 2019, sapevo pochissimo delle dinamiche che stanno dietro ad un programma o ad una produzione televisiva in generale. Il ruolo di script mi ha permesso di conoscere tutto questo. 

La televisione mi ha affascinata più di quanto potessi immaginare. Nel 2021 sono passata al ruolo di realizzatrice e poi a quello di regista, un ruolo che mi permette di mettere in campo la mia creatività con sfide sempre nuove. Non si smette mai di imparare. 

Quanto reputi fondamentale il contributo e il supporto del servizio pubblico radiotelevisivo per i giovani registi del nostro Paese? 

È importantissimo. In questo specifico momento storico, penso che il servizio pubblico possa fare la differenza su tanti aspetti, e non mi riferisco solo all’informazione. È un discorso anche di opportunità lavorative e, se penso ai giovani registi, di sviluppo di progetti.  

Forse bisognerebbe sensibilizzare più sul tema. Il supporto al servizio pubblico (il canone insomma) non significa solo “pagare per guardare la tv”, ma (tra le tante altre cose) significa supportare le produzioni cinematografiche svizzere e le persone ci lavorano.  

 

A cura di Marco Ambrosino, Responsabile dei contenuti editoriali del Segretariato SSR Svizzera italiana CORSI 

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