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Memoria e sviluppo di Poschiavo attraverso i materiali d’archivio

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12 Giugno 2025
Intervista a Pierluigi Crameri e Alessandra Jochum-Siccardi
INTERVISTA
EVENTO

Quest’anno il Comune di Poschiavo riceverà il prestigioso Premio Wakker, riconoscimento assegnato per la combinazione di tradizione, innovazione e spirito comunitario. La cerimonia ufficiale si terrà il 23 agosto e, per l’occasione, la SSR Svizzera italiana CORSI in collaborazione con la Pro Grigioni Italiano organizzerà, tra le varie proposte in questa giornata di festa, una conferenza intitolata Uno sguardo alla Poschiavo di ieri, di oggi e di domani: la sua storia raccontata dagli Archivi RSI. Per l’ occasione abbiamo intervistato Pierluigi Crameri e Alessandra Jochum-Siccardi, responsabili operativi dell’associazione iSTORIA • Archivi fotografici Valposchiavo, che da anni si dedica alla conservazione della memoria storica della Valposchiavo attraverso gli archivi fotografici.

Cari Pierluigi e Alessandra, come nasce l’Associazione iSTORIA?

Nel 2006 abbiamo cominciato ad affiancare il fotografo amatoriale Luigi Gisep, di Poschiavo, che nel tempo aveva raccolto circa 2’500 fotografie (Archivio Luigi Gisep), facendo copie di foto che privati gli chiedevano di stampare o duplicare. Insieme alla Società Storica di Poschiavo, abbiamo in sostanza digitalizzato le sue foto e messo per iscritto tutto ciò che lui sapeva in merito a quanto le foto rappresentavano. Quando Gisep ha lasciato la sua attività per ragioni di età, abbiamo raccolto il suo testimone e abbiamo iniziato a creare due nuovi archivi, digitali, tuttora in costante fase di implementazione: l’Archivio fotografico Valposchiavo, che racchiude vecchie foto di ogni tipo legate alla valle (persone, paesaggi, emigrazione, attività rurali, turismo, matrimoni, eventi, mestieri, sport, mezzi di trasporto ecc.) e l’Archivio Classi, una raccolta di foto di classi scolastiche. Più tardi ci siamo costituiti in associazione. 

Di cosa si occupa nel quotidiano la vostra associazione?

Digitalizziamo le foto che la popolazione ci presta e dedichiamo particolare attenzione alla ricerca di informazioni e testimonianze che permettano di descrivere le fotografie e fissare per iscritto ciò che raccontano, altrimenti restano mute. Valorizziamo e condividiamo poi quanto raccolto, pubblicando tutte le immagini sul sito istoria.ch e sui social media, realizzando regolarmente libri fotografici e mostre o organizzando serate di proiezione.

Dunque lo scopo del nostro lavoro, che svolgiamo prevalentemente a titolo di volontariato, è il recupero, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio visivo della Valposchiavo: un prezioso strumento di conoscenza del contesto sociale, politico, ambientale, economico e culturale della regione nel corso del tempo. Gli archivi contribuiscono quindi a preservare la memoria storica collettiva della Valposchiavo e a tramandarla alle generazioni future.

Come sono stati raccolti i materiali dell’Archivio? Quali sono state le acquisizioni più importanti che hanno permesso di gettare nuova luce sulla storia di Poschiavo?

Inizialmente siamo stati da diverse persone anziane che sapevamo avere foto e tanto da raccontare sul passato locale. Abbiamo cominciato a digitalizzare una scelta delle loro foto, a documentarle e a renderle visibili sul sito. Da allora la popolazione – così come molti valposchiavini fuori valle –continuano a metterci a disposizione le loro foto o i loro album. Ad oggi il flusso non si è ancora placato. Continuiamo a ricevere tantissime foto, senza doverle cercare, se non quando abbiamo bisogno immagini su un tema specifico per un progetto particolare. Sono più di 470 le persone che finora hanno contribuito a questo progetto. Gli originali vengono generalmente restituiti perché i proprietari ci tengono a conservarli.

Ciò che ultimamente ci ha permesso di scoprire nuovi aspetti della storia locale sono forse alcuni grossi fondi legati all’emigrazione dei valposchiavini come pasticcieri. Da queste centinaia di foto, conservate dai discendenti degli emigrati, emergono chiaramente diverse caratteristiche ben definite di questo fenomeno particolare, come ad esempio la realtà delle donne. Si pensava emigrassero soprattutto al seguito dei loro mariti dopo il matrimonio e che facessero le casalinghe. Le immagini, invece, mostrano come anche loro emigrassero da sole giovanissime, a 15-16 anni, lavorassero nelle pasticcerie, appartenenti generalmente ad altri valposchiavini, fino al matrimonio – rigorosamente con propri compaesani – e come poi molte avessero ancora un ruolo nell’attività dei mariti, spesso come addette alla vendita, mentre gli uomini si occupavano della produzione dei dolci nei retrobottega.

Poschiavo è un esempio riuscito di come la tradizione possa convivere armoniosamente con il progresso. Partendo dal vostro archivio fotografico, quali sono stati gli elementi tradizionali che sono sopravvissuti nella Poschiavo di oggi e quali invece quelli che hanno spinto il comune verso la modernità e un nuovo modello urbano?

Poschiavo rappresenta un equilibrio riuscito tra tradizione e innovazione, un’armonia che si riflette sia sul paesaggio urbano sia nella vita quotidiana della sua comunità. Il nostro archivio fotografico testimonia come elementi tradizionali – come le case storiche, le strette vie lastricate del borgo, le chiese, i terrazzamenti sui versanti della valle, i maggesi – siano stati non solo conservati, ma valorizzati come parte integrante dell’identità locale.

Allo stesso tempo, si nota chiaramente come il Comune abbia saputo aprirsi alla modernità attraverso scelte urbanistiche e infrastrutturali attente all’ambiente e alla qualità della vita: la ristrutturazione sostenibile degli edifici, la realizzazione di strutture funzionali alle esigenze della collettività e l’integrazione di soluzioni energetiche innovative. All’inizio del secolo scorso – come documentano chiaramente le fotografie d’archivio – la Valposchiavo ha vissuto un cambiamento epocale con la costruzione degli impianti idroelettrici e della ferrovia del Bernina.

Come valutate l’apporto del servizio pubblico radiotelevisivo nella documentazione storica della Poschiavo di ieri e di oggi? 

Nel corso degli ultimi anni l’attenzione rivolta alla Valposchiavo da parte del servizio pubblico radiotelevisivo è sicuramente migliorata. I cambiamenti tecnologici contribuiscono notevolmente a ridurre le distanze e a farci sentire maggiormente parte integrante della Svizzera italiana.

A nostro parere, gli archivi della RSI custodiscono ancora una grande quantità di materiali storici da riscoprire. Siamo consapevoli che per esplorare questi immensi patrimoni documentari servirebbero risorse umane e finanziarie significative. Ma col passare del tempo, si affievolisce anche la presenza di testimoni diretti, le sole persone ancora in grado di dare voce e contesto a questi documenti. Per tale ragione, eventi come quello del 23 agosto rappresentano delle significative opportunità per valorizzare il contributo del servizio pubblico radiotelevisivo nel processo di ricerca storica relativo a villaggi come quello di Poschiavo.

Un ultimo sguardo al futuro: come vi immaginate Poschiavo nel futuro? Cederà al fascino della globalizzazione o riuscirà a mantenere una propria identità distinguibile come ha ancora oggi?

Probabilmente Poschiavo riuscirà a mantenere la propria identità, perché la popolazione è molto consapevole delle proprie origini e di quanto è stato fatto, con le proprie forze, per arrivare alla realtà attuale. In considerazione della posizione di periferia in cui la valle si trova, la sua gente è sempre stata ed è sempre ancora personalmente coinvolta nel plasmare il proprio destino; quindi, saprà preservare quelle caratteristiche che la contraddistinguono e che sono i suoi punti di forza.

A cura di Marco Ambrosino, Responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI

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