
A seguito della decisione del Consiglio Federale di ridurre il canone a 300 franchi, la SSR dovrà risparmiare 270 milioni di franchi entro il 2029. In attesa di capire se la riduzione sarà ancora più significativa a seguito della votazione sull’iniziativa “200 franchi bastano!“ la SSR ha deciso di ripensare la propria organizzazione interna e i processi aziendali attraverso il progetto Enavant SRG SSR, promosso lo scorso autunno dal Consiglio d’amministrazione e dalla Direttrice generale Susanne Wille. Per discutere di questo cambiamento epocale per il servizio pubblico radiotelevisivo, abbiamo intervistato Giovanna Masoni Brenni, Presidente della SSR Svizzera italiana CORSI e Vicepresidente del Consiglio d’amministrazione SRG SSR.
Cara Giovanna, il periodo che il servizio pubblico radiotelevisivo si appresta a vivere nei prossimi mesi è di indubbia serietà. Come sta vivendo l’azienda questo avvicinamento alla votazione sull’iniziativa “200 franchi bastano!”?
C’è una forte pressione sull’azienda, il CdA, la direzione generale, le direzioni aziendali e tutti i collaboratori. Da un lato per la profonda trasformazione già in atto, dovuta essenzialmente ai 300 franchi decisi dal Consiglio Federale. Dall’altro per la drastica iniziativa per il dimezzamento all’orizzonte: passasse, dovremmo scordarci la RSI, la radio, la tele, i programmi del servizio pubblico mediale così come li conosciamo oggi. 200 franchi NON bastano per un servizio pubblico plurilingue, indipendente e di qualità.
Ma le sfide difficili non ci spaventano e siamo ottimisti: ce la faremo, la posta in gioco è molto alta, troppo alta, e specialmente per la Svizzera Italiana.
Il progetto Enavant SRG SSR nasce anche per riuscire a dare le risposte corrette alle sfide poste dalla digitalizzazione. Come affrontare un simile processo di trasformazione senza rinunciare ai propri punti di forza e ai valori che da anni contraddistinguono il servizio pubblico radiotelevisivo?
Enavant nasce anche per affrontare meglio le sfide della digitalizzazione. È però purtroppo anche effetto dei tagli già decisi a Berna. In 5 anni ci portano a 270 milioni di franchi in meno (17-20% in meno del budget), dopo i 100 milioni già risparmiati negli scorsi anni.
Lo sforzo di Enavant è teso a trasformare penalizzando il meno possibile l’offerta e il pubblico. Lavoriamo soprattutto sulla struttura e l’organizzazione, che, dobbiamo ricordarlo, era complessa non per capriccio, ma per scelta, perché molto decentralizzata e federalista.
È la ricerca di un equilibrio delicato: struttura più snella, meno doppioni, ma ancora autonomia di programma delle regioni; offerta, pubblico e fruizione digitale al centro, ma sforzo di mantenere l’indipendenza, la qualità dell’informazione e l’apporto allo sviluppo del nostro paese tramite un’offerta di programma generalista e di pari valore in tutte le regioni della Svizzera.
Un tema molto sensibile quando si parla di servizio pubblico radiotelevisivo è la questione del radicamento regionale. Questo nuovo modello aziendale manterrà il servizio pubblico radiotelevisivo nelle regioni?
Ci siamo battuti, a volte anche scontrati internamente, per giungere a un modello aziendale che garantisse non solo radicamento, ma anche vera e propria sostanza nelle regioni: un modello che continui a valorizzare le quattro lingue e culture, che sono il DNA del nostro paese e della SSR.
Il modello approvato unanimemente nel Consiglio di Amministrazione della SSR, cui l’intero consiglio, le direzioni e molti collaboratori hanno contribuito in una impegnativa ricerca di sintesi comune, è un risultato positivo, tenuto conto del difficile quadro in cui ci muoviamo. Continueremo a impegnarci anche per un’effettiva applicazione di Enavant rispettosa della sostanza delle regioni linguistiche e culturali della Svizzera.
Di fronte a un cambiamento epocale di questa portata e alle misure di risparmio presentate è possibile percepire questa trasformazione come un passo indietro. In quale misura invece questo processo rappresenta un’opportunità di crescita per la SRG SSR?
Come l’economia privata in generale, da sempre, per il gioco della concorrenza, così anche i media, pubblici e privati, da ormai molti anni sono costretti a fare di più e meglio con meno, o condannati all’irrilevanza quando non a scomparire; con effetti anche preoccupanti di contrazione e concentrazione del settore.
Non ci piace, quando pensiamo all’importante missione dei media indipendenti in generale e del servizio pubblico mediale: oggi, nel mondo delle fake news e dei media sempre più asserviti o controllati da dittatori, oligarchi, lobbies e ideologie, nel mondo martoriato dalle guerre, occorrerebbero in realtà più mezzi per i media indipendenti e in particolare per il servizio pubblico indipendente.
Il quadro economico e i tempi stretti entro cui la SSR oggi può e deve muoversi sono stati ridefiniti. Dobbiamo fare di necessità, virtù, e cogliere in questa sfida anche l’opportunità di trasformarci e migliorarci. Ci sono ambiti in cui è possibile e dobbiamo farlo.
La trasformazione aziendale prevede anche maggiore collaborazione tra le unità aziendali. Reputa che questa decisione possa contribuire a rafforzare l’immagine della SRG SSR in tutto il Paese e lo spirito di coesione nazionale?
Questo è un punto impegnativo ma molto giusto del modello di trasformazione che abbiamo approvato: collaborare di più fra le unità aziendali, riducendo i costi della produzione, significa anche confrontarsi, avvicinare le unità aziendali e le quattro svizzere e può essere positivo anche per la qualità.
Quindi sì, questa è una delle belle opportunità che questa trasformazione ci dà, ed è uno dei punti che abbiamo subito approvato con convinzione.
A cura di Marco Ambrosino, Responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI