Domenica 8 marzo 2026 tutta la popolazione svizzera sarà chiamata a votare sull’iniziativa “200 franchi bastano!”, dal cui esito dipenderà il futuro del servizio pubblico radiotelevisivo. Per informare il pubblico in merito a una votazione così decisiva per il panorama mediatico svizzero, la SSR Svizzera italiana CORSI ha deciso di organizzare un incontro pubblico dal titolo Il prezzo nascosto del taglio del canone, che si terrà sabato 22 novembre alle ore 16:00 presso l’Aula Magna dell’Università della Svizzera italiana. Per comprendere quanto una riduzione del canone possa incidere sulla qualità di vita dei consumatori e delle consumatrici della Svizzera italiana, abbiamo intervistato Antonella Crüzer, Segretaria generale dell’ACSI.
Gentile Antonella, data la sua esperienza pregressa come giornalista RSI e ora come Segretaria generale dell’ACSI, in che modo secondo lei il servizio pubblico radiotelevisivo può influire sulla vita dei consumatori e delle consumatrici?
Ho percepito il valore del servizio pubblico radiotelevisivo sin da ragazza cresciuta in Val Bregaglia, nel Grigioni italiano, e migrata a Coira a 16 anni per frequentare il liceo cantonale. Allora non era ritenuto scontato ottenere informazione indipendente, approfondita e verificata nella propria lingua di minoranza e la RSI rappresentava un nesso sicuro con le mie radici. Poter seguire programmi culturali ed educativi, in grado di emancipare i giovani anche delle regioni più periferiche, era entusiasmante. Considero molto preziosi gli anni in cui ho potuto contribuire al servizio pubblico radiotelevisivo della RSI, in particolare quelli in cui sono stata redattrice radiofonica: ero consapevole del grande potere che ero chiamata a gestire, della complessità del mestiere nell’era digitale, della necessità di raggiungere obiettivi all’altezza del mio ruolo. Ma ero grata soprattutto per l’importanza del compito che mi era affidato: raggiungere ed ascoltare persone di ogni regione e credo, coinvolgere ed interpellare esponenti di ogni partito, istituzione o settore economico su temi di interesse collettivo, realizzava nel frangente di un breve servizio informativo le basi della democrazia. I consumatori sono innanzitutto cittadini del mondo e continuano ad avere necessità di fatti e opinioni autorevoli, che contribuiscano al dibattito pubblico, vitale per ogni democrazia sana e funzionante. Per questo l’ACSI ha sempre sostenuto il servizio pubblico radiotelevisivo, ben prima del mio arrivo.
Se l’iniziativa venisse approvata, le economie domestiche pagherebbero solo 200 franchi di canone all’anno: quali potrebbero però essere gli effetti più gravi o le conseguenze negative per i consumatori?
Con l’Alleanza nazionale delle organizzazioni dei consumatori (ACSI, FRC, Konsumentenschutz) abbiamo criticato fortemente questa proposta che riduce il problema a una mera questione finanziaria, senza favorire alcun dibattito sulla qualità del servizio pubblico radiotelevisivo, anzi giustificandone un peggioramento. Ma pur entrando in questa cieca “logica da contabili”, l’obiettivo che si propone l’iniziativa secondo noi comporterebbe costi anche maggiori per le economie domestiche: quanto saremo costretti a pagare se non ci sarà più il servizio pubblico radiotelevisivo? Quali interessi ruotano intorno alla sua disfatta per favorire imprese private orientate solo al profitto? Crediamo davvero di poter sostenere un servizio nelle quattro lingue nazionali, dislocato capillarmente sul territorio, pagando meno dei 300 Fr. all’anno già decisi dal Consiglio federale?
Per esercitare il proprio ruolo di attori economici razionali e responsabili, i consumatori devono poter ottenere informazioni verificate e indipendenti. Le scelte che siamo chiamati a fare tutti i giorni sono diventate sempre più numerose e complesse. Il servizio pubblico radiotelevisivo contribuisce, insieme al prezioso lavoro portato avanti dalle associazioni non profit come l’ACSI, a ridurre l’incertezza delle nostre scelte. Aiuta le consumatrici ed i consumatori a orientarsi, distinguendo ciò che favorisce un maggiore benessere, singolo e collettivo, da ciò che è ingannevole, distorto, pericoloso.
Spesso si discute anche del canone pagato dalle aziende: l’esenzione dal pagamento del canone rappresenterebbe davvero un vantaggio per le imprese, o rischierebbe di danneggiare dipendenti e aziende che collaborano, lavorano e prosperano grazie al servizio pubblico radiotelevisivo?
Il servizio pubblico radiotelevisivo favorisce la democrazia che è il prerequisito di un mercato sano: ogni attore economico è tenuto quindi a sostenerlo e non è accettabile che l’onere ricada solo sui consumatori, già alle prese con una serie di ristrettezze e con salari stagnanti. Garantire il futuro della SSR SRG dovrebbe essere una priorità per le aziende legate al territorio: in un panorama mediatico sempre più povero, che subisce la concorrenza e l’ingerenza di grandi gruppi esteri, solo un’azienda di servizio pubblico forte può proteggere tutti da spiacevoli derive.
La SSR permette ai cittadini di informarsi nella propria lingua attraverso trasmissioni e notizie affidabili e verificate. In che modo il venir meno di questa condizione potrebbe incidere sulla qualità di vita dei consumatori della Svizzera italiana?
Più l’emittente di un’informazione è distante (in termini geografici ma anche culturali) e più il suo sguardo, la sua interpretazione dei fatti, il risultato del suo lavoro sarà approssimativo. Il buon giornalismo viene svolto sul campo ed è spesso legato a un ottimo lavoro di squadra. Oggi i consumatori della Svizzera italiana beneficiano di un’enorme ricchezza: oltre ad ottenere contenuti informativi e culturali nella propria lingua madre sui temi che più li riguardano da vicino – spesso addirittura coinvolgendoli direttamente – possono anche approfittare dei contributi di SRF, RTS e RTR, ampliando i propri orizzonti. La perdita di pluralismo significherebbe un impoverimento generale della nostra “Willensnation”, una Confederazione fondata sulla volontà di vivere insieme.
A cura di Marco Ambrosino, responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI