
La società cambia e con essa anche il modo in cui ci informiamo e utilizziamo i media. Per rispondere alle nuove abitudini e preferenze del pubblico, la RSI ha lanciato a inizio settembre un nuovo palinsesto. Ne abbiamo discusso con Matteo Pelli, volto noto del piccolo schermo e attualmente Responsabile del Dipartimento Programmi e Immagine di RSI.
Caro Matteo, sono trascorsi ormai più di quattro anni dal tuo ritorno in azienda e dalla tua nomina a responsabile del Dipartimento Programmi e Immagine. Quali sono state le sfide più interessanti di questo nuovo percorso professionale?
Dal punto di vista televisivo, la sfida più interessante è stata senza dubbio rinnovare l’ossatura del palinsesto, apportando modifiche significative come l’anticipo delle prime serate e lo spostamento di programmi storici come Falò. Un’altra sfida che mi ha coinvolto particolarmente è stata quella di creare un palinsesto diverso, introducendo nuove produzioni RSI che oggi sono già diventate dei classici, come Edizione straordinaria, La storia infinita, Il Villaggio, Cliché e Caracas. In questi anni abbiamo sperimentato molto, affrontando tutto senza timori e con grande entusiasmo.
A settembre è stato lanciato il nuovo palinsesto sul primo canale televisivo. Quali sono le ragioni?
Era importante apportare degli accorgimenti per adattarsi alle nuove abitudini del pubblico. La televisione al giorno d’oggi è strettamente legata alla sua dimensione live: quando accade qualcosa di importante, lo spettatore vuole seguirlo in maniera approfondita e in diretta. Sono un esempio in tal senso i grandi eventi internazionali, come le elezioni del Presidente degli Stati Uniti, i principali tornei sportivi o il recente annuncio dei dazi. Lo stesso vale per le notizie locali: per una regione piccola come la Svizzera italiana, è un privilegio poter ancora realizzare una televisione di prossimità, offrendo al pubblico informazioni sul territorio raccontate da giornalisti locali. Era quindi fondamentale creare un palinsesto che consentisse un racconto più dinamico dell’informazione.
Quali saranno le principali novità?
La novità principale è il progetto “Nuova ora”, pensato per offrire un approccio all’attualità più dinamico e vicino alla società civile. Le trasmissioni inizieranno già alle 17, consentendo di essere presenti sul territorio e raccontare ciò che accade nella nostra regione. È la stessa logica che ci aveva indotti allo spostamento della prima serata alle 20.40: in questo modo, si risponde alle nuove abitudini del pubblico, che, secondo i nostri dati, tende a svegliarsi prima e a spegnere la televisione intorno alle 22.30.
Osservando il nuovo palinsesto, appare evidente la volontà di fornire un accesso alle informazioni più tempestivo. Malgrado questa scelta, la televisione continuerà ad avere tempi diversi da quelli del web. In futuro questo potrebbe diventare un problema?
La rapidità non sempre coincide con qualità o approfondimento. Per questo è importante distinguere le potenzialità dei diversi canali e gli scopi per cui li utilizziamo. Il web, ad esempio, permette di informare in tempi molto rapidi, grazie a notifiche tempestive. La televisione, invece, segue ritmi diversi e offre possibilità che il web non può garantire per caratteristiche proprie. Va poi sottolineato che oggi la televisione non si limita più al semplice apparecchio fisico: è accessibile anche tramite la rete o lo smartphone. Tuttavia, questa evoluzione non ne riduce la forza intrinseca.
Quanto risentono le scelte applicate a questo nuovo palinsesto dell’avvento della digitalizzazione e dei social media nelle abitudini del pubblico?
Certamente le nuove tecnologie hanno influenzato il nuovo palinsesto e soprattutto le nuove produzioni. La Cavia o anche Cliché sono programmi che permettono non solo di creare contenuti digitali a posteriori, ma anche brevi video che possono fungere da anteprima. I social media in questo senso sono un potentissimo strumento che permette di promuovere con efficacia le nostre produzioni televisive. L’importante quando si progetta un palinsesto è avere dei contenuti, perché è questo che lo rende interessante.
Con quali tempi e con quali strumenti la RSI valuterà l’impatto sugli ascolti di questo nuovo palinsesto?
I cambiamenti non avvengono mai in modo istantaneo, e i risultati richiedono tempo. Le modifiche al palinsesto sono state introdotte gradualmente, con l’obiettivo di avvicinarci progressivamente a un modello che rispecchi il nuovo modo di fruire della televisione che intendiamo proporre. In una prima fase abbiamo lanciato nuove produzioni e ridotto la durata di alcune trasmissioni, passando da oltre 90 minuti a circa un’ora. Successivamente, abbiamo spostato al mercoledì una trasmissione storica come Falò, basandoci sull’analisi dei dati d’ascolto, e anticipato la prima serata alle 20.40 e ora abbiamo apportato ulteriori modifiche alla maniera di trasmettere informazione. Siamo molto soddisfatti dei cambiamenti che stiamo realizzando.
A cura di Marco Ambrosino, responsabile contenuti editoriali SSR Svizzera italiana CORSI