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Il Locarno Film Festival e il servizio pubblico radiotelevisivo

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24 Luglio 2025
INTERVISTA

Il Locarno Film Festival è ormai alle porte e come ogni anno propone un programma ricco e vario, comprensivo anche di diverse pellicole svizzere, co-prodotte con la SSR e la RSI. Per approfondire l’importanza del sostegno del servizio pubblico per la realtà cinematografica svizzera abbiamo intervistato Luigi Pedrazzini, Vicepresidente del Locarno Film Festival (LFF), già Presidente della SSR Svizzera italiana CORSI. 

 

Caro Luigi, dal 2023 ricopre la carica di Vicepresidente del Locarno Film Festival. A distanza di due anni, come valuta questa nuova esperienza?

Molto stimolante. Seguo il LFF da molti anni, ero nel Consiglio direttivo con Raimondo Rezzonico e anche, per un periodo limitato, con Marco Solari. Poi, negli ultimi 15 anni, sono stato nel Consiglio di Amministrazione anche se con una posizione un po’ defilata. Con l’assunzione della Vicepresidenza, accanto alla nuova presidente Maja Hoffmann e al nuovo Consiglio di Amministrazione, sono tornato in una posizione più coinvolgente e, come dicevo, più stimolante. Ma anche, aggiungo, che richiede grande impegno e assunzione di responsabilità. È una sfida che affronto con grande rispetto verso ciò che il LFF rappresenta per il nostro Paese.

 

Il Locarno Film Festival celebra quest’anno la sua 78a edizione, in un contesto profondamente mutato per quanto riguarda la fruizione delle immagini e delle pellicole cinematografiche. Quali sono i suoi auspici per questa edizione e come immagina l’evoluzione del Festival nei prossimi anni?

Confido che la 78ma edizione possa confermare il LFF come evento irrinunciabile per il Locarnese e il Cantone Ticino. Irrinunciabile per la sua capacità di produrre, attraverso il cinema e le manifestazioni collaterali, una presa di coscienza sulle problematiche con le quali siamo confrontati e nel contempo di offrire chiavi di lettura che aiutino a comprendere e a migliorare: la cultura ha, secondo me, la grande responsabilità di contribuire a migliorare le persone e le comunità. Irrinunciabile anche per gli effetti positivi collaterali: grande visibilità della nostra regione e del Cantone, effetti positivi per l’economia, rafforzamento del senso di appartenenza a una comunità dinamica (pensando ai e alle centinaia di giovani che ogni anno lavorano per il LFF). 

Per quanto concerne l’evoluzione futura immagino un Festival che sappia rafforzare la sua “internazionalità”. Non si tratta di mettere in discussione il nostro radicamento nel territorio o i valori che hanno reso Locarno un “grande festival” (indipendenza, autonomia dalla politica, occhio alle realtà emergenti, attenzione alle produzioni cinematografiche giovanili, ecc.). Si tratta piuttosto di trovare le strategie affinché il lavoro di grande qualità che facciamo possa essere meglio conosciuto. Allo scopo sarà però necessario il sostegno regionale per far passare cambiamenti necessari, come, a esempio, l’anticipo delle date.

 

All’interno del vasto programma del Locarno Film Festival sono presenti alcune pellicole co-prodotte dalla SSR. Può farci qualche anticipazione in merito? 

Tra le oltre 20 co-produzioni SSR in programma quest’anno a Locarno, siamo particolarmente fieri di presentare in Piazza Grande The Deal, la nuova serie TV diretta dal regista svizzero Jean-Stéphane Bron e dedicata alle negoziazioni per l’accordo sul nucleare iraniano avvenute a Ginevra nella primavera del 2015 – una vicenda internazionale di grande attualità. Il pubblico potrà scoprire i primi due episodi lunedì 11 agosto in Piazza Grande, mentre le restanti quattro puntate saranno proiettate il giorno successivo in sala.

 

Quanto reputa importante l’apporto del servizio pubblico radiotelevisivo per la realtà cinematografica del nostro Paese? Importantissimo! Senza il contributo – non solo finanziario – del servizio pubblico, la cinematografia in Svizzera sarebbe in grande difficoltà!

 

A breve saremo chiamati a votare sull’iniziativa '200 franchi bastano!', che propone un forte ridimensionamento del servizio pubblico radiotelevisivo. Quali conseguenze avrebbe, in caso di approvazione, sul Locarno Film Festival?

La SSR è da sempre un partner molto importante per il LFF. Grazie alle scelte programmatiche lungimiranti della RSI, il LFF ha potuto godere di grande visibilità, di grande attenzione. Penso che anche il servizio pubblico ne abbia tratto vantaggio: la crescita del LFF ha portato sicuri benefici anche ai media attenti alla cinematografia. Un eventuale successo dell’iniziativa 200 franchi bastano comporterebbe, fra le molte altre negative misure di contenimento dei costi, una rimessa in discussione della collaborazione con il LFF, un suo inevitabile e dannoso ridimensionamento. Spero pertanto che l’iniziativa venga respinta e che la popolazione svizzera riconosca, come ha fatto in occasione della votazione sulla No billag, il valore fondamentale del servizio pubblico radiotelevisivo per il funzionamento della democrazia diretta e per la promozione delle culture nazionali.

 

Il Locarno Film Festival, così come il servizio pubblico radiotelevisivo, si confronta sempre più con la crescente frammentazione del pubblico causata dall’ascesa delle grandi piattaforme di streaming. Quali strategie intende adottare il Festival per continuare a svolgere, anche in futuro, il proprio ruolo culturale e di coesione sociale?

Vedere un film in sala o sotto le stelle in Piazza Grande, accanto a migliaia di spettatori, è un’esperienza che nessuna piattaforma di streaming potrà mai sostituire del tutto. È altresì vero che il Festival deve dimostrarsi capace di misurarsi con le nuove modalità di fruizione dei prodotti audiovisivi se vuole continuare a raggiungere un pubblico grande e diversificato. Anche in questo senso si spiega l’apertura da parte della manifestazione alla serialità televisiva. Ma non solo: negli ultimi anni, il sito del Festival si è trasformato in una vera e propria piattaforma digitale, capace di ospitare contenuti in streaming e di raggiungere così nuovi pubblici provenienti da ogni parte del mondo. Si tratta, in sostanza, di valorizzare da una parte l’unicità dell’esperienza del Festival, dall’altra di aprirsi con curiosità e ottimismo alle nuove possibilità offerte dalla diffusione online di contenuti audiovisivi.

 

A cura di Marco Ambrosino, Responsabile contenuti editoriali SSR.CORSI

 

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