Salta al contenuto principale
menu

Menu di navigazione

  • La SSR.CORSI
    • Chi siamo
      • Assemblea generale
      • Consiglio regionale
      • Comitato Consiglio regionale
      • Consiglio del pubblico
      • Segretariato generale
      • La storia
    • Diventa socio
    • Documenti e testi legislativi
    • Contatti
  • Attualità
    • News
    • Eventi
    • Rubriche
    • Rassegna stampa
    • Comunicati stampa
    • Community
    • Sondaggi / Quiz
  • Parla con noi
    • Fai una segnalazione
    • Reclamo all'organo di mediazione
  • Dialogo Public Value
    • Il progetto Public Value SSR
    • caféCORSI
  • Consiglio del pubblico
    • Che cos’è il consiglio del pubblico
    • Analisi delle trasmissioni RSI
    • Documenti
    • Organo di mediazione
  • Documenti degli organi
    • Documenti CCR
    • Rapporto d'attività e conti annuali
    • Documenti del Consiglio regionale
  • Grigioni italiano
  • Sostieni la SSR e la SSR.CORSI

diventa socia/o
iscriviti subito

iscriviti
alla newsletter

sondaggi
di' la tua

login area riservata

  • Reimposta la tua password
Home
Copied to clipboard
quando
Mercoledì 08 Ott 2025 - 11:47

Torna all'elenco

Briciole di pane

  1. Home
  2. attualita
  3. News
  4. I nuovi mezzi d’informazione digitali: opportunità e rischi per gli utenti della terza età

I nuovi mezzi d’informazione digitali: opportunità e rischi per gli utenti della terza età

Copied to clipboard
08 Ottobre 2025
Intervista a Petra Mazzoni
INTERVISTA

Il tema dell’avvento della digitalizzazione e dell’aumento di notizie false, non verificate o anche solo parzialmente veritiere, sta diventando sempre più attuale, toccando ormai tutte le sfere della società. Malgrado l’informazione sia diventata gratuita, di facile accesso e molto rapida, spesso si corre il rischio di imbattersi in informazioni non corrette o, peggio ancora, in truffe veicolate attraverso i più moderni sistemi tecnologici. Il servizio pubblico da diverso tempo cerca di combattere questa realtà e per questa ragione la SSR Svizzera italiana CORSI organizza una serie di incontri di dialogo, organizzati in collaborazione con ATTE e Pro Senectute per promuovere l’importanza della lotta del servizio pubblico alla disinformazione. Per avvicinarci a questo tema di grande attualità abbiamo deciso di intervistare Petra Mazzoni, Dottoranda in Scienze della Comunicazione presso l’Istituto di Media e Giornalismo (IMeG), Facoltà di Comunicazione, Cultura e Società dell’USI Università della Svizzera italiana e Ricercatrice alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (DFA/ASP - SUPSI). 

 

Cara Petra, come ti sei avvicinata al mondo della comunicazione digitale?

La comunicazione, sia digitale che tradizionale, è sempre stata al centro del mio interesse, e l’ho approfondita attraverso un percorso accademico e professionale focalizzato sull’analisi dell’utilizzo dei media e del loro impatto sulla società. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione all'Università della Svizzera italiana, ho proseguito con un Master in Gestione dei Media, specializzandomi in Comunicazione Digitale e Progettazione di contenuti. Queste competenze teoriche si sono consolidate attraverso il lavoro in una redazione radiofonica focalizzata nel dare informazioni sull’attualità.

Oggi, come Dottoranda in Scienze della Comunicazione all'Istituto di Media e Giornalismo dell’Università della Svizzera italiana e come Ricercatrice alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, mi occupo di studiare come diverse generazioni utilizzano i media, sia digitali che tradizionali. Nello specifico nella mia ricerca di dottorato "Aging and Media", cerco di comprendere le dinamiche intergenerazionali nell’uso quotidiano dei media e le reti comunicative delle persone di oltre 65 anni.

Da quasi dieci anni sono anche parte del gruppo di ricerca nazionale che si occupa di studi sui giovani e l’uso dei media, come ad esempio le ricerche nazionali SWIPE (Studio svizzero sull’esposizione agli schermi nella prima infanzia; 0-6 anni), MIKE (Media, interazioni, bambini, adulti; 6-13 anni), e JAMES (Giovani, Attività, Media; 12-19 anni). 

Inoltre, credendo fermamente nel valore dell'educazione ai media, tengo regolarmente corsi e collaboro nell’organizzazione di iniziative divulgative su questo tema.

 

 

Da qualche tempo avete lanciato il progetto Aging and Media per provare a creare una panoramica sul rapporto che le persone di oltre 65 anni  hanno con i media tradizionali e digitali. Può riassumerci brevemente la genesi di questo studio?

Quando si studiano le persone sopra i 65 anni e i media, le ricerche si concentrano principalmente su tematiche inerenti il benessere psicologico e fisico. Sono prese in analisi soprattutto le tecnologie che servono come supporto nella loro vita quotidiana. Inoltre, le ricerche indagano in modo generale l’utilizzo di internet, del telefono o di applicazioni per la salute. Mancano quindi ricerche sulle persone sopra i 65 anni e l’uso dei media come intrattenimento e media come mezzo per costruire e/o mantenere relazioni. Per colmare questa lacuna, abbiamo deciso, come Istituto di media e giornalismo (IMeG), di avviare, da circa due anni, una ricerca per comprendere come le persone sopra i 65 anni che vivono nella Svizzera italiana utilizzano quotidianamente i media, sia in modo individuale che in compagnia di altre generazioni (ad esempio, amici, figli, coniuge). Le principali tematiche analizzate consistono in quali media vengono utilizzati, quali attività e con chi vengono svolte, l’uso dello smartphone, le applicazioni di messaggistica, i social network e altre tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale. La Svizzera, classificata quinta a livello globale per longevità e seconda in Europa con una speranza di vita media di circa 84 anni, offre un contesto significativo per questa ricerca. Inoltre, la Svizzera di lingua italiana, che comprende il Ticino e la parte italiana dei Grigioni, ha la percentuale più alta di persone sopra i 65 anni rispetto a tutti gli altri cantoni. Si tratta di una ricerca per la quale sono la referente e che ha come supervisori la Docente-Ricercatrice Eleonora Benecchi e il Professore Gabriele Balbi dell’Isituto di Media e Giornalismo dell’USI.

La ricerca si sviluppa principalmente in due fasi: la prima, di carattere quantitativo, prevede una mappatura dell’uso dei media tramite un questionario anonimo; la seconda fase, di natura qualitativa, consiste in interviste finalizzate ad approfondire le motivazioni dietro l’utilizzo di media tradizionali e digitali a livello intergenerazionale. Attualmente ci troviamo nella prima fase consistente nel questionario, della durata di 15-20 minuti e anonimo,  ancora disponibile per essere compilato sul sito ufficiale della ricerca o richiesto nella sua versione cartacea: www.agingandmedia.usi.ch.

 

Quali sono i risultati preliminari di questa ricerca sull’uso dei media digitali rispetto a quelli tradizionali?

I risultati preliminari della ricerca evidenziano che le persone sopra i 65 anni utilizzano i media tradizionali (come televisione, libri) con maggiore frequenza rispetto alle alternative digitali (come tv streaming, e-book), ad eccezione degli smartphone, il cui utilizzo supera quello dei telefoni fissi. I media digitali, come i social network e le piattaforme di streaming, sono prevalentemente impiegati in contesti sociali e intergenerazionali. Tuttavia, i giornali e le riviste cartacee tendono a essere consumati in modo condiviso più frequentemente, rispetto alle loro versioni digitali che sono utilizzate principalmente in solitudine. 

Inoltre, i risultati preliminari indicano che le applicazioni di messaggistica vengono utilizzate più dei social network, con WhatsApp come la più popolare, seguita da un gruppo più ristretto che utilizza gli SMS. Il social network più utilizzato sembra essere Facebook, mentre una minoranza usa Instagram e Twitter/X. Le attività più comuni sui social network includono la condivisione di foto e video, l’acquisizione di nuove informazioni e il seguire le notizie. I social network sembrano essere utilizzati più frequentemente in solitudine e meno in modo intergenerazionale rispetto alle applicazioni di messaggistica (ad esempio con coniuge, nipoti, amici). Inoltre, si riscontra un uso solitario dei media più diffuso tra gli uomini rispetto alle donne.

 

Per quanto riguarda il tema dell’informarsi e del mantenersi aggiornati sulle notizie, la digitalizzazione ha ampliato la diffusione di notizie false. Quali sono, quindi, i mezzi di informazione più sicuri per i gruppi vulnerabili?

I dati preliminari della nostra ricerca mostrano che uno degli usi principali del telefono tra le persone sopra i 65 anni è proprio il “seguire le notizie”.  Alla domanda sulla frequenza con cui queste persone seguono le notizie tramite i social network, emerge che la maggioranza lo fa quotidianamente o più volte alla settimana. Questo evidenzia un crescente interesse verso i canali digitali per rimanere aggiornati sugli eventi di attualità. Tuttavia, è interessante notare che persiste un uso significativo delle fonti tradizionali, come sottolineato in precedenza dei giornali e delle riviste cartacee, che vengono ancora preferite rispetto alle loro versioni digitali.

Proprio queste fonti tradizionali prevalentemente utilizzare dalle persone sopra i 65 anni, come i giornali, sono da considerare affidabili e verificate, in quanto sottostanno a standard etici e codici deontologici, con redazioni giornalistiche responsabili della qualità delle informazioni. Nella Svizzera di lingua italiana, ad esempio, il servizio pubblico offerto dalla Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana (RSI), insieme a radio e giornali locali privati e riconosciuti, garantisce un'informazione di qualità. Questo è un aspetto e una modalità di tenersi informarti da considerare cruciale in un'epoca in cui la diffusione delle informazioni digitali è così rapida e spesso non verificata.

Per quanto riguarda i canali digitali, è fondamentale che anche in questo contesto vengano seguite le stesse regole di affidabilità delle fonti tradizionali. Il consiglio per le persone sopra i 65 anni è di verificare le notizie trovate sui social media consultando fonti diverse, come giornali, radio e televisioni, e di seguire i profili social di fonti che si sa essere affidabili. Questo approccio è valido anche per le generazioni più giovani, come emerge dalle ricerche che conduciamo sui giovani e l'uso dei media, dove è importante sottolineare l'importanza di un'informazione incrociata, verificata e responsabile.

 

 

Cosa può fare la società civile per aiutare le fasce di popolazione più vulnerabile per accompagnarle nella sfera della digitalizzazione e costruire assieme a loro un nuovo approccio verso il mondo dell’informazione?

I media sono in continua e rapida evoluzione, come dimostra l'uso crescente dell'intelligenza artificiale da parte del grande pubblico, che sta trasformando il modo in cui consumiamo e produciamo contenuti. In Svizzera secondo l’ultimo studio JAMES il 70% dei giovani tra i 12-19 anni la usa più volte a settimana, noi stiamo anche studiando come la popolazione sopra i 65 anni utilizza questi strumenti per capire se sono “generazionali” o trasversali. In questo contesto, è fondamentale creare consapevolezza sui rischi e le opportunità che derivano dall'adozione di queste tecnologie. Solo con una maggiore educazione digitale possiamo garantire un utilizzo sicuro e informato dei media in un mondo sempre più tecnologico. Molteplici sono i corsi legati ai media che vengono proposti dalle associazioni ed enti sul territorio che si rivolgono a persone sopra i 65 anni. Per quanto ci riguarda abbiamo ad esempio tenuto il corso “Media e Terza Età” per l’Università della Terza Età dell’ATTE Associazione Ticinese Terza Età. Importante anche creare momenti di dibattito aperti al pubblico sulle tecnologie che entrano a fare parte dell’uso comune, come può essere ancora l’intelligenza artificiale. Noi ad esempio abbiamo preso parte al dibattito “Intelligenza Artificiale - rischi e opportunità” tenuta dall’associazione GenerazionePiù. Inoltre, di grande importanza sono anche i punti che offrono assistenza all’uso pratico dei mezzi di comunicazione, come lo sono ad esempio i “Punti Digitali” o “Sportelli digitali”. In questi contesti, è fondamentale considerare che la fascia di popolazione sopra i 65 anni non è univoca, si devono considerare diverse fasce d’eta che sono anche al loro interno estremamente eterogene per quanto riguarda caratteristiche personali, livello di conoscenze e modalità di utilizzo dei media, aspetti che approfondiremo proprio nel corso della nostra ricerca.

 

A cura di Marco Ambrosino, Segretariato SSR.CORSI

 

Iscriviti all'evento

Contatti

Seguici su

Facebook

Instagram

Youtube

Newsletter

cookies

privacy

Protezione dati (nLPD)

impressum

2023 © copyright

 

 

X