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  4. Fare informazione di servizio pubblico in spazi digitali e multimediali: intervista a Daniele Mariani

Fare informazione di servizio pubblico in spazi digitali e multimediali: intervista a Daniele Mariani

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27 Agosto 2025

Il mondo dell’informazione è mutato notevolmente nell’ultimo decennio; con l’avvento della digitalizzazione e dei social media la maniera di produrre e consumare informazione è cambiato drasticamente, obbligando i media di servizio pubblico (e non solo) a rivedere le proprie linee direttrici. Per approfondire meglio questa tematica la SSR Svizzera italiana CORSI ha deciso di organizzare una tavola rotonda che si terrà mercoledì 10 settembre alle ore 18.30 presso lo Studio 2 RSI a Lugano-Besso. Per avvicinarci a questa importante serata,  abbiamo intervistato Daniele Mariani, responsabile della redazione di lingua italiana di Swissinfo e del sito tvsvizzera.it.

Caro Daniele, quando e in quali circostanze nasce Swissinfo e in seguito tvsvizzera.it?

Swissinfo ha una lunga storia alle spalle. Nasce infatti nel 1935, con il nome di Servizio svizzero delle onde corte. All’epoca, si trattava soprattutto di far ascoltare la "voce della patria" in Paesi lontani, informando gli svizzeri e le svizzere all’estero e contrastando la propaganda proveniente soprattutto dall’Italia fascista e dalla Germania nazista. Il servizio si è poi sviluppato, si sono aggiunte delle lingue e nel 1978 è stato ribattezzato Radio Svizzera Internazionale. Con il passaggio al nuovo Millennio e l’avvento del web, Radio Svizzera Internazionale è diventata Swissinfo: niente più radio ma un portale internet che oggi propone approfondimenti e attualità in dieci lingue. Tvsvizzera.it ha invece una storia molto più recente. Il portale è nato nel 2014. Con l’abbandono del digitale terrestre, i programmi della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana non erano più disponibili in Italia. Si è così deciso di dare vita a un sito internet per permettere al pubblico italiano e italofono nel mondo di avere accesso alle trasmissioni. Nel mondo francofono e germanofono, ciò avviene tramite TV5 Monde e 3Sat. L’obiettivo è però anche – e soprattutto – un altro: parlare della Svizzera e delle relazioni italo-svizzere a un pubblico oltreconfine.

Qual è il vostro pubblico di riferimento?

Per Swissinfo il pubblico di riferimento sono gli svizzeri e le svizzere che vivono all’estero, nonché un lettorato internazionale interessato a determinati temi in cui la Confederazione ricopre un ruolo di primo piano. Per citarne solo uno, penso ad esempio alle organizzazioni internazionali a Ginevra.  Con tvsvizzera.it ci rivolgiamo invece a un pubblico spiccatamente italiano, che da un lato vuole avere accesso a un’informazione con un punto di vista diverso – svizzero – dell’attualità e dall’altro interessato alla realtà elvetica e alle relazioni tra i due Paesi, come nel caso dei circa 90'000 lavoratori e lavoratrici frontalieri.

In cosa si differenzia il vostro operato dall’offerta online delle unità radiotelevisive della SRG SSR?

La nostra missione è complementare. Mentre RSI, SRF, RTS e RTR si rivolgono principalmente al pubblico nazionale, noi abbiamo una vocazione internazionale e transfrontaliera. Questo significa che dobbiamo usare un linguaggio adatto a persone che a volte non conoscono la realtà svizzera e soprattutto contestualizzare l’informazione. Dobbiamo quindi avere un approccio più esplicativo e divulgativo. Gli svizzeri e le svizzere all’estero meritano un discorso a parte: si tratta di oltre 800'000 persone, che spesso votano e che hanno bisogno di un’informazione pensata appositamente per chi vive in altri Paesi, spesso lontano dalla patria. È il compito a cui cerchiamo di adempiere ogni giorno, ad esempio proponendo sulla nostra app SWIPlus e sul nostro sito una rassegna stampa quotidiana che dà una visione d’assieme dell’attualità saliente della giornata. 

Negli ultimi anni la digitalizzazione e l’avvento dei social media ha mutato molto la maniera di concepire l’informazione. Quanto è stato l’impatto di queste innovazioni sul vostro servizio?

L’impatto è stato profondo. I social media sono diventati canali importanti per raggiungere il pubblico e distribuire i nostri contenuti. Sono anche strumenti attraverso i quali dialogare e ascoltare. Come tutti i media, abbiamo sviluppato formati specifici pensati prima di tutto per queste piattaforme. Al tempo stesso, però, credo di poter dire che non ci siamo snaturati cercando i click ad ogni costo. Il nostro modo di fare informazione si basa sempre sui principi fondamentali del giornalismo: accuratezza, imparzialità, rispetto della verità e trasparenza. 

Reputi che l’intelligenza artificiale possa in futuro stravolgere ulteriormente le modalità con cui la gente produce e consuma informazione alla pari di quanto fatto dai social media?

Senza ombra di dubbio. Basta fare una semplice ricerca su Google per rendersene conto. Il primo risultato che appare è ormai generato dall’IA. Ogni rivoluzione – perché di rivoluzione si tratta – si accompagna da numerosi rischi. L’informazione potrebbe diventare ancor più guidata da algoritmi. L’IA può generare contenuti falsi, fuorvianti, informazioni standardizzate o propagare pregiudizi. Il campo dei possibili dell’IA è molto ampio e il nostro mestiere uscirà profondamente modificato da questa trasformazione radicale. Preferisco però vedere le opportunità. Ad esempio, l’IA ci è già di grande aiuto per le traduzioni. Può anche sollevarci da lavori magari noiosi e ripetitivi, liberando così del tempo per compiti più creativi. È molto utile anche per le ricerche, ad esempio quando bisogna analizzare grandi set di dati. Si possono magari scoprire rapidamente tendenze interessanti. Anche qui, insomma, il campo dei possibili è enorme.

L’informazione, anche con la diffusione sempre più massiccia di fake-news, sta attraversando un periodo storico difficile e per certi versi inedito. Qualora l’iniziativa “200 franchi bastano!” dovesse avere un esito positivo, quale sarebbe l’impatto per il mondo dell’informazione in Svizzera e per gli svizzeri di lingua italiana?

In generale, penso che un sì all’iniziativa metterebbe seriamente a rischio il modello di servizio pubblico, che garantisce pluralismo, qualità e accesso universale all’informazione. Per la Svizzera di lingua italiana significherebbe una riduzione drastica dell’offerta, con conseguenze culturali e democratiche rilevanti. La coesione nazionale si basa anche sulla possibilità di informarsi nella propria lingua, e indebolire questo principio sarebbe un passo indietro per tutta la società svizzera. Su Swissinfo e tvsvizzera.it pendono non una, ma due spade di Damocle. Da un lato vi è appunto l’iniziativa “200 franchi bastano!”, che tocca tutta la SSR. Dall’altro vi è il piano di risparmio 2027 proposto dal Consiglio federale e che arriverà presto sui banchi del Parlamento. Questo piano prevede la soppressione pura e semplice del contributo federale per il mandato estero della SSR. Il budget per finanziare Swissinfo, tvsvizzera.it, TV5Monde e 3Sat verrebbe così dimezzato, passando da circa 40 a 20 milioni di franchi annui. Questi possibili tagli – l’iniziativa e il piano di risparmio federale – significherebbero ridurre al lumicino l’offerta d’informazione per l’estero. Ritengo che in un momento in cui la Svizzera si trova sotto pressione, penso ad esempio alla scarsa comprensione mostrata da Washington in materia di dazi o nel recente passato alle accuse di avere abbandonato la sua neutralità, sia ancor più importante avere un media che funga da ponte con l’estero. 

A cura di Marco Ambrosino, Responsabile contenuti editoriali Svizzera italiana CORSI

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